mercoledì 30 settembre 2015

Quiete, volontà e fede.


Quiete, volontà e fede.

Capitolo Trentesimo 

Io sono Iddio, che ha creato tutte le cose per gli uomini, perché fosse tutto a loro servizio e profitto. Ma l'uomo abusa a suo danno di tutte le cose create per lui."

L'uomo sfrutta eccessivamente e in modo errato del dono che Dio ci ha dato distruggendo la terra.

"Inoltre non si cura di Dio e lo ama meno delle creature."

Non si può amare meno Dio e più gli animali...


"I giudei mi inflissero tre specie di supplizi nella mia Passione."

"Il primo fu il legno, al quale fui affisso, flagellato e coronato. Il secondo fu il ferro, col quale mi inchiodarono mani e piedi. Il terzo, il fiele che mi dettero a bere. Mi bestemmiavano poi come fossi un pazzo, per la morte da me volontariamente scelta e dicevano falsa la mia dottrina. Costoro si sono ora moltiplicati nel mondo e son pochi quelli che mi consolano.”

Gesù accusa gli Ebrei oltre che averlo crocefisso sulla croce, lo bestemmiano e lo passarono e passano per un pazzo, oltretutto per sminuirne d'importanza e svalorizzarlo denunciarono che Gesù invento una falsa dottrina quando dagli stessi vangeli si legge bene che Gesù venne per completare l'opera del Padre Suo. Ancora oggi perseguono gli stessi ideali dei loro predecessori. Però dice che ce ne sono alcuni che lo consolano tra il suo popolo.



Mi mettono in croce infatti con la volontà di peccato, mi flagellano con l'impazienza, perché non sanno sopportare per me una parola. E mi coronano con le spine della loro superbia, per cui vogliono essere più in alto di me. Mi feriscono col ferro mani e piedi, gloriandosi del peccato e si ostinano a non temermi. Per fiele mi danno tormenti. Per la Passione, alla quale andai giubilando, mi chiamano bugiardo e falso. In verità, se volessi io potrei sommergere loro e tutto il mondo, a causa dei peccati. Ma, se li sommergessi, coloro che restano mi servirebbero nel timore; e questo non sarebbe giusto, perché l'uomo deve servirmi per amore. “

Gesù dimostra ancora di essere un Dio buono e paziente e pieno di amore verso il suo popolo, vuole che essi nella libertà dei loro pensieri lo amino coscientemente non per timore ma per amore.

“”Se poi venissi personalmente e mi rendessi visibile tra loro, sopporterebbero gli occhi loro di vedermi e gli orecchi di udirmi? Come può infatti l'uomo mortale vedere l'immortale? In verità, sarei disposto a morire ancora liberamente per amore dell'uomo, se fosse possibile.””

Gesù dice anche se si rendesse visibile lo ascolterebbero? NO! Ma Lui Re del Universo, dice sarei disposto a farmi uccidere un altra volta pur di tentare di convertirli ancora, da quanto Egli li ama.


Allora apparve la beata Vergine Maria, alla quale il Figlio disse: Che vuoi tu, Madre mia, mia eletta? E lei: Abbi pietà, o Figlio mio, delle tue creature, per la tua gloria.
Ed Egli rispose: Per te, farò ancora una volta misericordia.”

Da tutto, questo racconto si comprende come in quel momento Gesù comunica a Santa Brigida di Svezia in un momento in cui probabilmente il Signore era deciso di porre mano in quel momento alla sua potenza per metter fine a tutto, ma l'intervento ancora della Sua Santa madre lo ferma, per cui gli Ebrei dovrebbero ringraziare la madre santa, per questo.
 

“”
Poi lo Sposo parlava alla Sposa dicendo: Io sono Dio e il Signore degli Angeli. Io sono il Signore della morte e della vita. Io stesso voglio abitare nel tuo cuore. Ecco fin dove ti amo. I cieli e la terra e tutte le cose in essi contenute non possono contenermi; eppure voglio abitare nel cuore tuo, ch'è solo un pezzo di carne. “”

Qui Gesù dice e tenta di far capire a noi, quanto egli sia immenso, in senso astronomico, ma al tempo stesso quanto esso posso essere “piccolo” per rifugiarsi in un cuore umano, ecco perché ho scritto che il piccolo contiene l'immenso!


Che dunque potrai temere allora e di che aver bisogno, se avrai in te Dio potentissimo, nel quale è ogni bene?
Nel cuore perciò, mio tabernacolo, devono esserci tre cose: un letto, ove riposiamo; una sede, ove sediamo; una luce, da cui siamo illuminati.
Vi sia dunque nel tuo cuore il letto per riposare, cioè la quiete, perché tu riposi dai cattivi pensieri e dai desideri del mondo e sempre consideri il gaudio eterno.
La sede dev'essere la volontà di restare sempre con me, anche quando ti accadrà d'uscire.
È contro natura infatti restar sempre fermi.
E sempre sta fermo colui che ha sempre la volontà di stare col mondo e mai di stare con me.
La luce, ossia il lume, dev'essere la fede, con la quale tu creda che tutto io posso e che sono onnipotente sopra ogni cosa."

Riflettere queste frasi....
il cuore dell'uomo come dice nei vangeli è la fonte del male per nascono le passioni disordinate, ma se questo cuore si ammaestra può divenire il tabernacolo di Dio.
E dice che ha bisogno di quiete, cioè un cuore buono, calmo, sereno, paziente, ma anche un cuore combattivo, per tener lontani i pensieri impuri e i miraggi dell'uomo.
Uscire significa andare in cerca di chi ha bisogno di essere amato con e per la parola del Signore.
Per esempio colore che stanno tanto tempo in rete sono persone che vogliono rimanere con il mondo e poco con il Signore, che non vogliono trovare lo spazio e il tempo per trovarsi con il Signore o con gli amici.
Poi ci vuole come dice la fede certa...

Quindi letto=quiete, sede=volontà, luce=fede.


Siamo tutti un po superbi!


Siamo tutti un pò superbi!

Chi non si riconosce di esserlo significa che lo è più degli altri, anche se lo cela e lo nasconde. Ma anche il mite nella suo essere può talvolta insuperbire, e deve far attenzione a non scivolare peggio. S'insuperbiscono i sapienti che pensano di essere arrivati al capolinea della loro insipienza umana. S'insuperbiscono i dottori della legge che non capisco la lezione di un'angelo che li invitava fermarsi. Ogni uomo tende alla superbia, per conquistare le vette del potere umano, ogni uomo che si mostra tende a far della parola rivelata la sua moneta di scambio, nasconditi affinché solo Dio sa chi sei, e non l'uomo che deve solo conoscere quel che il Signore gli rivela. Non usare la parola rivelata per far moneta ed arricchirti, vivi come Nostro Signore è vissuto, altrimenti non avrei di che gioire quando ti presenterai al Suo cospetto, perchè avrai consumato tutto il tuo tesoro che avresti dovuto avere nei cieli. Vivi di cose semplici e dona tutto il prossimo come la Vergine tenne poche cose per se il minimo fa anche tu, ancor di più dovrebbero fare i suoi servi e profeti.


Capitolo Ventinovesimo 

La Madre di Dio diceva alla Sposa del Figlio: Vi sono due signore. Una, che non ha un nome particolare perché indegna d'averne. E l'altra che è l'Umiltà e si chiama Maria. Sulla prima signoreggia lo stesso diavolo, che la domina. Ad essa diceva un suo soldato: O mia signora, son pronto a far tutto, purché giaccia con te una volta. Io sono difatti forte per energie, di cuore generoso, non temo nulla e son pronto anche a morire per te. Ella gli rispose: O mio servo, è grande la carità tua per me. Ma io seggo in alto e non ho che quel solo seggio e ci sono tre porte. La prima è così stretta che qualunque cosa abbia un uomo in corpo, se passa per quella porta tutto si spezza e dissolve. La seconda è così aguzza, che punge fino ai nervi. La terza porta è così infuocata che chiunque vi entra non ha requie dal caldo e si scioglie come bronzo. Ma io sto assai in alto e chi vuole stare con me, poiché dispongo d'una sola sede, precipiterà sotto di me nel grandissimo abisso. Egli rispose: Io darò la mia vita per te, perché a me il cadere non fa nulla. 


Questa signora è la Superbia: chi vuole raggiungerla deve quasi passare per tre porte. 

Per la prima porta passa chi dà tutto per la lode umana e per l'orgoglio. 

E, se nulla ha, adopera tutta la sua volontà per cercare come essere lodato ed esaltato. 

Quindi non cercate la lode per le cose che fate o per quello che il Signore vi ha dato, rimanete piccoli e modesti che così piace al Signore e allora avrete ancora di più, e ancora di più dovrete umiliarvi. Scrivere in rete è un dramma perchè alle volte la tenzione di mostrarsi è forte, ma bisogna far resistenza. 


Per la seconda porta passa colui che in ogni suo lavoro ed in ogni azione impiega tempo, pensieri e tutte le sue energie allo scopo della vanità. E se dovesse anche sacrificare la sua carne per ottenerne onore e ricchezze, volentieri lo farebbe. 

La superbia in chi si accarezza sempre i capelli atto di vanità, in chi si guarda lungamente allo specchio e si ammira, in chi critica il prossimo e ne vede solo i difetti come atto di confronto con se stesso/a. il desiderare gli altrui avere, per sentirsi meglio con se stesso. 


Per la terza porta passa chi non s'acquieta mai e mai tace e tutto arde come fuoco purché giunga ad avere qualche onore e gloria mondana. Ma ottenuto lo scopo, non può a lungo rimanere appagato e cade miserabilmente. 


L'ottenimento di glorie umane...di onori e stime, di ottenere cattedre e titoli. 


E tuttavia la superbia rimane al mondo. 

Io invece – dice Maria – che sono umilissima, siedo in luogo spazioso e su di me non c'è né sole, né luna, né stelle e neppur nuvole, ma soltanto una meravigliosa e ineffabile serenità, che procede dalla sublime bellezza della divina Maestà. 

Sopra Maria non c'è nulla di quello che è nell'universo, ma solo proviene a Lei la Maestà di Dio. 

Sotto di me neppure c'è terra o pietre, ma una pace inestimabile per la potenza di Dio. Al mio fianco non c'è muro o parete alcuna, ma il glorioso esercito degli Angeli e delle anime Sante. E sebbene io stia tanto in alto, pur tuttavia odo gli amici miei della terra, che ogni giorno piangono e gemono verso di Me. Vedo le loro fatiche e il loro profitto, maggiore che in quelli che combattono per la superbia, loro signora. 

Perciò io li visiterò e li porrò con me, nella mia sede, che è ben larga e può contenere tutti. Ma non hanno ancora potuto raggiungermi, perché due muri li separano ancora da me, attraverso i quali li farò passare per condurli alla mia sede. 

Il primo muro è il mondo, che è stretto: perciò i miei servi saranno nel mondo consolati per mio mezzo. 

Il secondo muro è la morte: perciò io che sono loro carissima signora e madre, andrò loro incontro e li aiuterò nella morte, affinché abbiano consolazione e refrigerio nella stessa morte e li collocherò con me nella sede del celeste gaudio, perché riposino eternamente in seno all'eterna carità e gloria.




Meditare e riflettere è opera di uno spirito Buono.

Meditate e riflettete bene durante la preghiere quanto qui scritto..

Questo capitolo ve lo lascio senza spiegazione perchè ritengo che ognuno, debba capir da se e per se e che il Signore in modo diverso illumini le vostre menti per farvi capire sencondo le vostre sensibilità e capacità cosa queste parole vogliano dire per voi

Capitolo Ventiduesimo 

La Madre diceva così alla Sposa del Figlio: Tu sei la sposa del Figlio mio. Dimmi che cosa hai in cuore e che cosa vuoi? La sposa le rispose: Tu lo sai bene, Signora, perché sai tutto. Allora la beata Vergine disse: Sebbene io sappia tutto, tuttavia dimmelo con le tue parole, davanti a tutti. 

E la sposa: Due cose – disse – temo, o Signora. La prima sono i peccati, che non piango e temo come vorrei. La seconda è che mi rattristo che i nemici del Figlio tuo siano molti. 

Allora la Vergine Maria disse: Per la prima cosa ti do tre rimedi. Il primo è questo: pensa che tutti i viventi, che hanno uno spirito, come le rane e tutti gli altri animali, a volte soffrono dei disagi; il loro spirito però non vive in eterno, ma muore con il corpo. La tua anima invece, e quella di ogni uomo, vive in eterno. Il secondo è questo: Pensa alla misericordia di Dio, che nessun uomo è tanto peccatore che il suo peccato non sia perdonato, se lo chiederà col proposito di emendarsi e con contrizione. Il terzo è questo: pensa quanta sia la gloria dell'anima, che in Dio e con Dio vive senza fine. 

Per la seconda cosa, che cioè i nemici di Dio sono molti, ti do pure tre rimedi. Il primo è questo: considera come il tuo Dio e Creatore è anche il loro Giudice e mai saranno essi i giudici, sebbene Egli sopporti con tanta pazienza la loro malizia durante questa vita. Il secondo è questo: considera che son figli della dannazione e quanto grave e terribile sarà per loro il fuoco eterno. Essi sono i servi pessimi, privati dell'eredità, mentre i figli la riceveranno. Ma allora – dirai tu – non bisogna predicar loro? Sì, certo. Pensa che spesso con i cattivi ci sono i buoni. E i figli di adozione, a volte, si allontanano dal bene, come fece quel figliol prodigo, il quale se ne andò in una regione lontana e visse malamente. Ma essi, pentiti per mezzo della predicazione, ritornano al Padre e saranno tanto più accetti quanto più peccarono. A loro dunque bisogna predicare di più, perché, sebbene il Predicatore vede tutti cattivi, rifletta tuttavia se non vi siano forse, fra quelli, dei tutti figli del mio Signore; predicherà dunque a loro. 

Questo Predicatore avrà un'ottima ricompensa. Il terzo rimedio è questo: considera che i cattivi son tollerati in vita per la prova dei buoni, affinché esasperati dai loro costumi raccolgano il frutto della pazienza, cosa che potrai capire con un esempio. Una rosa è tutta profumata, bella a vedersi, lieve al tatto e tuttavia non cresce se non fra le spine, che pungono al tatto, brutte a vedersi e senza profumo. Così pure i buoni e gli uomini giusti, sebbene miti per la pazienza, belli per i costumi, profumati per il buon esempio, non possono tuttavia progredire ed essere provati, se non in mezzo ai cattivi. Talvolta accade che la spina difende la rosa, affinché non sia colta innanzi tempo; così i cattivi sono occasione per i buoni di non cadere in peccato; a volte sono trattenuti dalla malizia dei cattivi perché non siano guastati dall'euforia o da altri peccati. Così pure il vino non si conserva mai buono della sua bontà, se non nella feccia; allo stesso modo i buoni e i giusti non possono restar virtuosi e far profitto, se non sono provati dalle tribolazioni e dalle persecuzioni dei cattivi. 

Perciò tu sopporta volentieri i nemici del Figlio mio e pensa che Egli è il loro Giudice e che, se fosse per giustizia, dovrebbero essere distrutti tutti e ben potrebbe distruggerli all'istante. Dunque, sopportali finché Egli pure li sopporta. 

Parole della Vergine alla Figlia, circa due signore, delle quali una si chiama Superbia e l'altra Umiltà. Con essa è indicata la Vergine che in punto di morte viene in aiuto ai suoi devoti. 

Gli animali hanno uno spirito.

Dalle rivelazioni di Santa Brigida di Svezia ...

Gli animali hanno uno spirito. 

" Vergine Maria disse: ... tutti i viventi, che hanno uno spirito, come le rane e tutti gli altri animali, a volte soffrono dei disagi; il loro spirito però non vive in eterno, ma muore con il corpo. La tua anima invece, e quella di ogni uomo, vive in eterno." 

Gli animali hanno uno spirito, ma il loro spirito non è eterno, muore con il corpo, molto chiaro!!

Mentre la chiesa sempre sostenne che gli animali non avevano uno spirito, ecco altro errore che la chiesa ha fatto, credendo che solo l'uomo aveva uno spirito, infatti io dissi, precdentemente che gli animali erano sorretti da uno spirito che li governava,  altimenti non sarebbero stati vivi, come noi se ci manca l'anima siamo corpi morti, perchè è l'anima che sorregge il corpo e non il contrario, così gli animali hanno uno spirito. solo che la differenza tra lo spirito dell'Uomo e quello dell'animale è che il nostro è eterno. 

Questo ci fa capire un altra cosa, molto importante che il Signore nella sua infinita saggezza, ha visto che l'uomo avrebbe ucciso degli animali, per cui per impedire che l'uomo potesse commettere peccato contro di questi, ha fatto in modo che gli spiriti di questi non fossero eterni, per cui come dice la Vergine in Santa Brigida, i loro spiriti muoiono con i loro corpi, anche se questi in vita soffrono o hanno sentimenti, questo fa capire che esistono anche sipriti non eterni, per cui i peccati non si fanno verso gli animali, anche se come creature fragili e miti, non devono essere uccise senza motivo e senza senso o senza una buona ragione perchè anch'essi rientrando nel piano di Dio per la nostra sopravvivenza o il nostro diletto, devo essere rispettati perchè creature create da Lui. 

Il peccato quindi si fa solo verso coloro che dispongono di spiriti eterni tra cui anche l'uomo. 

Se gli animali avessero avuto uno spirito eterno, a quest'ora avremo commesso uno sterminio di peccati. Però questo non ci induca a divenire delle bestie, perchè gli animali che non posseggono di spiriti eterni, solo da trattare bene e da voler bene perchè comunque sia, hanno uno spirito che è sempre parte della volontà di Dio. 


Maria Figlia, Sposa, Madre di Dio si racconta.

Santa Brigida di Svezia.
La  Sposa e Madre di Dio racconta in breve la sua Vita e quella del suo Figlio Gesù.

Capitolo Decimo 

“Io sono la Regina del Cielo, la Madre di Dio. Ti dissi di aver sempre sul tuo petto la collana. Ora ti mostrerò meglio che io, fin dall'infanzia ascoltando e comprendendo che esiste Dio, fui sempre sollecita e timorata della mia salvezza e obbedienza. Come poi seppi che lo stesso Dio è mio Creatore e Giudice di tutte le mie azioni, Lo amai intimamente e sempre lo temetti e proposi di mai offenderlo né con parole né con azioni. Saputo poi che aveva data la Legge e i Suoi precetti al popolo e che aveva fatto in suo favore tanti prodigi, proposi fermamente di non amar altri che Lui e sommamente penose mi erano le cose mondane. 

Dopo di che, saputo anche che lo stesso Dio avrebbe redento il mondo nascendo da una Vergine, io L'amai tanto, che non pensavo che a Dio e non volevo che Lui solo. Io mi astrassi, per quanto possibile, dalle conversazioni e dalla presenza dei parenti e degli amici. E tutto quel che potei avere, lo diedi ai poveri. Non mi ritenni che un po' di nutrimento e di vestito. Niente più mi piacque che Dio. Desiderai sempre nel mio cuore di esser viva al tempo della Sua nascita e meritare possibilmente di essere la serva della Madre di Dio. Feci anche voto, in cuor mio, di conservarmi vergine e di non possedere mai nulla al mondo. E se Dio avesse voluto altrimenti, si facesse la sua volontà e non la mia, perché credevo che Egli può tutto e non vuole se non ciò che mi è utile e perciò Gli affidai tutta la mia volontà. 

Giunto poi il tempo in cui le vergini dovevano per Legge essere presentate al Signore nel Tempio, fui anch'io tra loro per obbedienza ai miei genitori, pensando tra me che a Dio nulla è impossibile, e, giacché sapeva che io altro non desideravo e nient'altro volevo che Lui, Egli poteva custodire la mia verginità, se così a Lui piaceva, o altrimenti si compisse in me la sua volontà.
Apprese poi nel Tempio tutte le cose da fare, tornai a casa e mi accesi d'amor di Dio più di prima ed ero ogni giorno investita di nuove fiamme e desideri d'amore.
Perciò mi ritrassi più del solito da tutti e notte e giorno fui nella solitudine, temendo fortemente di aprir bocca od orecchio a cosa contraria al mio Dio o gli occhi miei a cose dilettevoli.
Pur nel silenzio fui presa da timore e da molta ansia che mi accadesse di tacere cose di cui avrei piuttosto dovuto parlare.
Stando così perplessa nel mio cuore e riponendo tutta la mia speranza in Dio, subito mi venne di pensare alla grande potenza di Dio, come a Lui servono gli Angeli e tutte le creature, e come la sua gloria è ineffabile e interminabile. 
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Leggendo fin qui m’è venuto in mente come anch’io fin da bambino pensavo a queste cose, con il medesimo spirito, l’ultimo trafiletto mi fa pensare come anche oggi penso spesso alla grande potenza di Dio, proprio come la Vergine Santissima pensava a quel tempo, un po’ mi rivedo anch’io, certo la Vergine è la Madre di Dio e nulla noi possiamo aver a che fare.
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“E considerando ciò, vidi tre cose meravigliose. Vidi infatti una stella, ma non di quelle che splendono in cielo. Vidi una luce, ma non di quella che risplende nel mondo. Sentii un profumo non come di erbe o cose simili, ma soavissimo e quasi ineffabile, del quale ero tutta ripiena, ed esultavo per la gioia.”
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Questa descrizione del profumo, pure io l’ho provata diverse volte, si da bambino, che mi riempiva tutto e tutto era attorno a me.
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“ E subito udii una voce, ma non di bocca umana. E uditala, temetti fortemente al pensiero che potesse essere un'illusione: ma subito apparve davanti a me l'Angelo di Dio, sotto l'aspetto di uomo bellissimo ma non in carne, il quale mi disse: Ti saluto, o piena di grazia, ecc. “
Qui fa capire come alla S.S.ma Vergine Maria si presento l’angelo di Dio, specifica non in carne, perché dice non in carne? perché è la verità! Ma questo fa anche capire un'altra cosa, che se alla Vergine S.S.ma non si è presentato in carne, significa che neppure a nessun profeta e veggente si è presenterà in carne una manifestazione divina, non che non possa, ma evidentemente così deve essere, poi specifica la voce, dice non l’ho senti con il mio udito, ma nel mio essere, cioè nella mente. Questo significa che questi esseri angelici parlano alla mente.  Descrive l’angelo che non alato, anche se lo chiama angelo, ma dice un uomo bellissimo, lo chiama angelo perché non è di carne e capisce che viene da Dio.

“Ciò udito, io cercavo di capire cosa volesse significare e perché mi avesse rivolto quel saluto. Mi sapevo infatti e credevo indegna a qualcosa di simile o a qualcosa di bene. Tuttavia sapevo che a Dio nulla è impossibile.”
 

“Allora l'Angelo disse: Quello che in te nascerà è Santo e sarà chiamato Figlio di Dio e come a Lui piacerà così avverrà. E tuttavia non credevo di esserne degna, né gli chiesi perché o quando accadrebbe, ma chiesi come accadrebbe, per il fatto che non sono degna d'essere madre di Dio e non conosco uomo.”

non gli chiede i perché , o per quale motivo … ma gli chiede come può essere possibile perché non poteva capire, anche se aveva una curiosità umana, visto che essa concepiva solo un unione tra uomo e donna.

“E l'Angelo rispose come già ho detto: Nulla a Dio è impossibile, ma tutto ciò che Egli vuole avverrà, ecc. Udite queste parole dell'Angelo, ebbi un fortissimo sentimento d'essere Madre di Dio”
“Udite queste parole dell'Angelo,  ebbi un fortissimo sentimento” qui fa capire che l’angelo in qualche modo trasmise il desiderio a Maria di essere Madre.
 “e l'anima mia diceva con amore: Eccomi, si faccia la volontà tua in me. A queste parole immediatamente il figlio mio era concepito nel mio grembo con indicibile consolazione dell'anima mia e di tutti i miei sensi. E avendolo in grembo, lo portavo senza dolore, senza aggravio e senza noia del corpo.”
“Ciò significa che La Vergine Maria non ne soffriva in nessuno modo”,
come sempre avviene per le madri umane di tutto il mondo.

 “Mi umiliavo in tutto, sapendo che era l'Onnipotente Colui che io portavo in grembo. Quando poi lo partorii senza dolore “
sottolinea ancora il particolare, che non ebbe dolore, come avviene normalmente per tutte le madri del mondo, perché in Essa non vi era il peccato originale.

“e senza peccato, così come lo avevo concepito, fu tanta l'esultanza dell'anima e del corpo che non sentivo la terra ove stavo con i piedi.”
Era al settimo cielo come si dice.

“E come entrò nelle mie membra con gioia di tutta l'anima mia, così ancora nella gioia di tutti i sensi e nel gaudio ineffabile dell'anima ne uscì senza ledere la mia verginità. “
Possiamo dire un parto soprannaturale.

“Vedendo e considerando la sua bellezza, l'anima mia stillava come rugiada per la gioia, sapendo d'essere degna d'un tal Figlio. Quando poi consideravo i luoghi dei chiodi nelle mani e nei piedi, che come avevo udito dai Profeti dovevano essere crocifissi, gli occhi miei si riempivano di lacrime e il cuor mio quasi si spezzava di dolore. “
Lei sapeva già fin da quando era in fasce cosa sarebbe accaduto, per via che i profeti annunciarono gli eventi.

“E come mio Figlio mi vedeva piangere, si rattristava quasi da morirne. 

“Considerando però la potenza della sua Divinità, mi consolavo ancora sapendo che così Egli voleva e così era conveniente e conformai pienamente la mia volontà alla Sua, in modo che la mia gioia era sempre unita a dolore.”
Quindi soffriva nella gioia. Posso dire di capire cosa intende.

“Venuto il tempo della Passione del Figlio mio, lo catturarono i suoi nemici, percuotendolo in faccia, sul volto e sputacchiandolo. Condotto poi alla colonna, Egli da se stesso si spogliò delle vesti. Da sé poi applicò le mani alla colonna, che i nemici gli legarono senza pietà... Così legato, non aveva niente che lo ricoprisse, ma stava così come era nato, soffrendo la vergogna della sua nudità. Insorsero allora i suoi nemici che, fuggiti gli amici, erano dovunque e ne flagellavano il corpo, mondo da ogni macchia e peccato. Al primo colpo io, che gli stavo più vicina, caddi come morta;”
Ci credo, poverina, perché anche Lei sentiva i colpi, perché essa stessa era parte della Sua carne.
“Gli amici fuggiti”, tutti gli apostoli ed altri fuggirono per paura probabilmente.

“poi, ripreso animo, vidi il suo corpo percosso e flagellato fino alle costole, sicché esse si vedevano. E ciò che era più triste, i flagelli, ritraendosi, facevano solchi nelle carni. 
Deve essere stato terribile per lei, una madre vedere il martirio del figlio che sapeva essere Dio, il suo amore tutt’uno.


“E mentre il Figlio mio stava tutto sanguinante e lacero, in modo che non v'era più in Lui parte sana né ancora flagellata, uno domandò con animo agitato: « L'ucciderete dunque senza giudicarlo? » E subito lo slegò.”
“Poi il Figlio mio si rivestì”  impressionante dopo tanta violenza subita e tanto odio, ebbe le forze per rivestirsi da solo, cosa che nessun essere umano sarebbe stato capace di fare, da qui avrebbero dovuto capire che non era un essere umano, ma l’odio li accecava.

“e vidi allora le orme dei suoi piedi piene di sangue e conoscevo da questi segni il percorso di mio Figlio. Dovunque andava, infatti, appariva la terra bagnata di sangue. Né essi pazientavano che si rivestisse; ma lo costrinsero e spinsero a far presto.”
Mentre leggo mi sembra di rivedere le scene, Lei che segue il figlio dalla sue orme di sangue.

“E mentre era condotto come un ladro, il Figlio mio si asciugò gli occhi del sangue. E dopo essere stato giudicato, gli imposero la croce da portare. Dopo averla trascinata un poco, venne uno a sollevarlo e la portò lui. 

“Frattanto mentre il Figlio mio si avviava al luogo della Passione, alcuni lo percossero sul collo, altri in faccia. E fu colpito sì fortemente e violentemente che sebbene io non vedessi l'autore, udivo però chiaramente il rumore delle percosse. “
Terribile! Non si può descrivere.

“Quando giunsi con Lui al luogo della Passione, vidi ivi preparati tutti gli strumenti per la sua morte. E il mio Figlio, arrivato, si spogliò da sé delle sue vesti, mentre i servi dicevano fra loro: « Queste vesti sono nostre, non le riavrà, perché è condannato a morte. » Stando poi il Figlio mio com'era nato a corpo nudo, accorse qualcuno a portargli un velo ed Egli internamente contento ne coprì le intimità. 
Questo passo fa capire quanto Gesù fosse pudico, da vergognarsi di essere nudo.


“Dopo, i crudeli carnefici lo presero e lo distesero sulla croce. Per prima crocifissero la mano destra allo stipite, dove già c'era il foro per il chiodo; perforarono la mano nella parte dov'era più dura.”
Cioè vicino al polso, non sul polso ma all’inizio del palmo in mezzo  vicino all’attaccatura del pollice.

Tirando poi con una fune l'altra mano, la confissero allo stesso modo allo stipite.

Poi crocifissero il piede destro e sopra vi misero il sinistro, con due chiodi, sicché i nervi e le vene si tendevano e si spezzavano.
“Mamma Mia che strazio per sua Madre, e che dolore terribile per Gesù deve essere stato terrificante non c’è nulla che faccia più male di aver trapassato mani e  piedi.  (*A)

“Ciò fatto, gli posero la corona di spine così fortemente che punse l'adorabile capo del Figlio mio, si riempirono gli occhi di quel sangue scorrente, si ostruirono le orecchie e si imbrattò tutta la barba. “
Le spine vennero piantate nel cranio fino al cervello, perché per riempirsi le orecchie e gli occhi, ci deve essere stata una pressione intracranica … nemmeno da immaginare, una cosa di un dolore terribile,  non si può nemmeno pensare quanto dolore deve aver provato.

“E mentre era così sanguinante e piagato alla mia dolorosa presenza gemente, guardò con quegli occhi insanguinati Giovanni, figlio di mia sorella, ed a lui mi raccomandò.”
Giovanni Apostolo era figlio della sorella di Maria, mentre il Giovanni Battista era il cugino di Gesù.(*B) 


“Allora udii alcuni affermare che il Figlio mio era un ladro, altri che era un mentitore, altri che nessuno più di lui era degno di morte; e all'udire queste cose mi si rinnovava la pena. Ma, come ho detto, appena gli fu infisso il primo chiodo, io al primo colpo caddi svenuta come morta, mi si oscurò la vista, mi tremavano le mani e i piedi e non ripresi i sensi prima che fosse tutto crocifisso.”
Rimase svenuta fino al termine della crocefissione, penso che questo svenimento fosse propizio e anche voluto da Dio per evitargli tanti dolori.  Questo fa capire che il racconto preciso della crocefissione, o glielo ha raccontato Giovanni, oppure lo Spirito Santo l’ha informata dopo.

 “Alzatami, vidi il Figlio mio miserabilmente appeso e io, Madre mestissima e costernata, a malapena resistetti al dolore. Il Figlio mio poi, vedendo me e i suoi amici piangere inconsolabili con flebile voce, alzò la voce al Padre suo e disse: Padre, perché mi hai abbandonato? Quasi a dire: Non v'è alcuno, se non tu, Padre, che abbia compassione di me.”
Qui la chiesa ha sempre sbagliato pensando che Gesù si fosse sentito abbandonato anche dal padre suo come gesto umano, invece qui Maria dice con precisione perché conosceva lo Spirito del Figlio che non era come la chiesa fin ora ha pensato, ma intendeva dire che solo il padre era presente al suo dolore e aveva compassione di Lui.

 “Allora gli occhi suoi parvero semimorti, le sue guance smunte, smarrita la faccia, la bocca aperta e la lingua insanguinata, il ventre, come privo di viscere, attaccato al dorso. Tutto il corpo era pallido ed emaciato per la gran perdita di sangue; le sue mani e i suoi piedi erano irrigiditi distesi e allungati sulla forma della croce; la barba e i capelli erano tutti intrisi di sangue. Mentre il Figlio mio era piagato e livido, solo il cuore gli reggeva, perché forte e sano di costituzione.”
Qui Maria fa capire che Gesù era un uomo forte, non fragile come tutti lo abbiamo dipinto, immaginato.

“Dalla mia carne infatti aveva preso un corpo mondissimo e di ottima complessione”.
“Mondissimo” si intende puro, vergine e perfetto.  “Complessione” cioè costituzione corporea “ottima” probabilmente sta a significa che era forte fisicamente e di bell’aspetto.

“La sua pelle tanto tenera e fragile, che mai era stata lievemente toccata, spillava subito sangue.”  
Una pelle sottile morbida, che appena si feriva lievemente usciva subito sangue, dice che non si era mai ferito.

“E così vivido era il sangue, che poteva scorgersi sotto la purissima pelle.”
Questo fa capire che era anche chiaro di carnagione, bianco ”purissima” si vedevano le vene, non poteva essere ambrato, se no, non si vedevano.
Giacché era di forte fibra e natura, nel suo corpo piagato combattevano la vita e la morte. Difatti il dolore dalle membra e dai nervi del corpo piagato a volte saliva al cuore, c'era sanissimo e immacolato e lo riempivano di strazi e di sussulti.
Poveretto Gesù che strazio! “ sussulti” sono attacchi di cuore.

“Altre volte dal cuore lo strazio scendeva alle membra piagate e così ne ritardava con amarezza la morte. 
Dovuto anche alla manca di sangue.


“In mezzo a tanti dolori, il Figlio mio guardò ai suoi amici che piangevano e avrebbero preferito soffrir loro quelle pene col suo aiuto o soffrire un inferno eterno piuttosto che vederne straziato lui. “
Qui fa capire che gli apostoli sono tornati dopo essere fuggiti durante la flagellazione.

“Il dolore, che gli proveniva dalla sofferenza degli amici, superava ogni amarezza e tribolazione che Egli poté sopportare nel corpo e nell'animo, perché li amava teneramente. Perciò, a motivo della troppa sua umana angoscia, esclamò al Padre: O Padre, nelle tue mani raccomando il mio spirito. Come ebbi udito ciò, a me, sua afflittissima Madre, tremarono tutte le membra, con grande amarezza.”
Gesù per accelerare quella sofferenza non solo Sua, ma anche di Sua Madre e di quanti suoi amici erano lì, chiese al Padre di  sollevare tutti da quelle pene e quello strazio, quindi rimise il Suo spirito nella mani del Padre Celeste.

“E tutte le volte poi che quella voce mi ritornava alla mente, era come se risuonasse ancora nel mio orecchio e fosse attuale. 

La vergine S.S.ma ogni volta al ricordo, prova sempre quelle stesse pene, che aveva vissuto in quei terribili momenti tanto che riviveva sempre le stesse angosce.


“”Mentre poi all'avvicinarsi della morte gli si spezzava il cuore per i violenti dolori, tutte le membra tremarono ed Egli, sollevato appena il capo, lo reclinò. Si vedevano la bocca aperta e la lingua sanguinante. Le mani si rilassarono alquanto sulla loro piaga e il peso del corpo cadde maggiormente sui piedi. Le dita e le braccia in qualche modo si allungavano e la schiena aderiva fortemente allo stipite della croce. 

Allora alcuni mi dissero: Maria, il Figlio tuo è morto. Altri soggiunsero: È morto, ma risorgerà. E mentre tutti parlavano, venne un tale che con la lancia lo ferì nel costato così violentemente, che per poco non lo trapassò da parte a parte. E ritraendosi, la lancia apparve con la punta rossa di sangue. Allora, vedendo ferito il cuore del mio carissimo Figlio, mi sembrò che quasi fosse stato ferito il mio. “”

Ci credo, anzi penso che lei sentì realmente quella ferita al suo cuore.


“Fu poi deposto dalla croce ed io lo ricevetti in ginocchio, come fosse un lebbroso, tutto pieno di lividi. I suoi occhi erano chiusi, colmi di sangue; la bocca era gelida come la neve; la barba ispida, il viso contratto, le mani ritratte verso l'ombelico. Com'era stato in croce, così lo ricevetti sulle ginocchia, rattrappito in tutte le sue membra. Poi lo deposero in un lenzuolo pulito.”
Deposizione.

“Ed io col mio ne astersi le piaghe e le membra.”
La Vergine S.S.ma pulisce delicatamente il Figlio dal Sangue.   

“E gli chiusi gli occhi e la bocca, che morendo gli erano restati aperti. Poi lo posero nel sepolcro.”
“ O quanto volentieri mi sarei posta viva col Figlio mio, se questa fosse stata la sua volontà.”  
E si chiede che avrebbe preferito morire col suo figlio, anche standogli vicino da viva, anziché rimanere lì. Se non fosse stato che Egli aveva altra volontà.

Ciò fatto, venne il buon Giovanni e mi condusse a casa sua.
“Ecco, figlia mia, che cosa patì per te il Figlio mio. 
Questo per te, in realtà è inteso per tutti, perché s’intende come esseri umani!



(*A)Posso capire in minima parte cosa vuol dire aver un piede trafitto da un chiodo, perché da bambino per distrazione ho appoggiato il piede sinistro nel punto più spesso, su una tavola con un chiodo di 1 cm di spessore che mi trapassato il piede da parte a parte, anche se le condizioni di Gesù era ben diverse, considerando che i piedi sono tutti innervati) quindi Gesù non aveva solo il dolore per la chiodatura ma anche poi per reggere il peso del corpo dolente per la flagellazione quindi dolore a dolore, non possiamo nemmeno immaginare cosa significhi, possiamo solo vagamente capir qualcosa. Se non si prova anche un minimo, non si può dire.

(*B)Come ho sempre detto pur non conoscendo questo testo, i due Giovanni avevano un ruolo ben preciso nella vita di Gesù uno ha aperto la strada a Gesù e l’altro l’ha continuata. Quindi Giovanni apostolo paradossalmente era più importante di Pietro. E prima del ritorno di Cristo ci deve essere un altro Giovanni. 

martedì 29 settembre 2015

Pregare il Figlio è come pregare la Madre.

Pregare il Figlio è come pregare la Madre.

Le Rivelazioni Celesti di Santa Brigida di Svezia - Libro Primo

Capitolo Ottavo 

"Io sono la Regina del Cielo. Tu ti preoccupi come debba lodarmi. Abbi per certo che ogni lode fatta al Figlio mio è una lode per me."

Qui ci sta dicendo che non ci dobbiamo preoccupare che si preghi meno la Madre del Figlio, ma dice che se tu preghi il Figlio è come se pregassi la Madre, non cambia nulla!  
Perché la Madre porta al figlio per cui è logico.

"Chi disonora Lui, disonora me; perché tanto fervidamente io l'ho amato ed Egli ha amato me, che fummo quasi un cuor solo. Ed Egli ha amato me, vaso di terra e mi ha tanto onorata da esaltarmi al di sopra degli Angeli. Così dunque devi tu lodarmi." 

Quindi ovviamente se uno non “s’ inginocchia” innanzi al Figlio o lo  disonora in altro modo, ovviamente il disonore va anche alla Madre, è chiaro! Poi la Madre di Gesù spiega le motivazione perché essa va onorata.

"Preghiera:
Benedetto sii tu, Dio Creatore di tutte le cose, che ti sei degnato di scendere nel grembo della Vergine Maria."

“Di scendere” indica che è entrato in Maria S.Sma.

"Benedetto sii tu, Dio, che volesti che ciò accadesse senz'alcun danno della Vergine Maria e ti sei degnato di prendere da Lei immacolata carne, senza peccato.2

Qui Specifica che si accertato di non crear danno.

"Benedetto sii tu, Dio, che venisti incontro alla Vergine nel gaudio della sua anima e di tutti i suoi sensi, e da Lei nascesti nel gaudio di tutto il suo corpo senza peccato."

“Da Lei nascesti” sta dicendo che DIO il Padre si è unito con la carne della Vergine Maria per nasce umanamente nella carne senza peccato di Maria.

"Benedetto sii tu, Dio, che dopo la tua Ascensione con frequenti consolazioni facesti gioire la Vergine Maria Madre tua e tu stesso consolandola la visitasti."

"Benedetto sii tu, Dio, che hai assunto in cielo il corpo e l'anima della Vergine Maria Madre tua e con grande onore l'hai collocata al di sopra degli Angeli presso la tua Divinità."

“Presso la tua divinità” non come vogliono molti lontano, ma presso cioè come recita in apocalisse presso il trono.

"Per le preghiere di Lei, abbi pietà di me. 

Parole della Vergine Maria alla figlia contenenti utili ammaestramenti di vita e molte cose mirabili sulla Passione di Cristo. "



Santa brigida di Svezia e la veste dell'anima.

Le Rivelazioni Celesti di Santa Brigida di Svezia - Libro Primo

 Il capitolo sotto stante è estremamente interessante, perché spiga non tanto il vestire, quanto il vestito dell’anima, cioè come si deve presentare innanzi a Cristo.

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Capitolo Settimo 


"Io sono Maria, che ho partorito il vero Dio e vero Uomo, il Figlio di Dio. Io sono la Regina degli Angeli. Il Figlio mio ti ama con tutto il cuore. Tu devi essere “adornata” di onestissime(umili) vesti. Ti mostrerò come e quali devono essere. "

"Come dunque vesti prima la camicia, poi la tunica, le scarpe, il mantello e la collana sul petto, così devi vestire spiritualmente." 

La camicia è la contrizione. = confessione.

"Come infatti la camicia è più vicina alla carne, così la contrizione e la confessione sono la prima via della conversione a Dio. Con esse è purificata la mente, che prima godeva nel peccato ed è frenata la carne immonda."

Le scarpe = Volontà di fare il bene e combattere il male.

"Le due scarpe sono due sentimenti: la volontà cioè di emendare i difetti e la volontà di fare il bene e astenersi dal male."

C’è da chiedersi perché le scarpe?
Vediamo un attimo, questa frase richiama al vangelo, al passo della lavanda dei piedi. Perché la scarpa è sinonimo del piede che è l’organo il più umile del corpo, il quale fa sempre la volontà del resto del corpo.

 Tunica è la speranza in Dio

"La tua tunica è la speranza in Dio, perché, come la tunica ha due maniche, così nella speranza vi sia la giustizia e la misericordia. Sicché, come speri dalla misericordia di Dio, così non dimentichi la sua giustizia. E così ricorda la sua giustizia e il giudizio in modo da non dimenticare la misericordia. Perché nessuna giustizia Egli fa senza misericordia, né misericordia senza giustizia. "

Dice che la tunica è la speranza in Dio, perché essa è composta da una basa che riveste il corpo e due maniche, non le cita a caso in un ordine sparso, dice esattamente giustizia e misericordia per indicare che la giustizia sta nella mano destra, e la misericordia nella sinistra. Dice in pratica che Gesù pratica giustizia e misericordia contemporaneamente nello stesso modo e con  la medesima intensità, non è la giustizia più grande della misericordia o la misericordia maggiore della giustizia, entrambe sono sullo stesso piano.
Quindi la tunica dell’anima deve rappresentare giustizia e misericordia applicate nello stesso modo, non ci deve essere disparità altrimenti viene meno la speranza in Dio.

Mantello è la fede

"Il mantello è la fede: come infatti il mantello tutto copre e tutto tiene racchiuso, così con la fede l'uomo può tutto comprendere e ottenere. Questo mantello dev'essere immerso nei segni della carità del tuo Sposo; e cioè deve significare come ti ha creata, come ti ha redenta, come ti ha nutrita, come ti ha attratta nel suo spirito e ti ha aperto gli occhi spirituali. "

Il mantello è la protezione dell’anima, cioè la fede protegge l’anima, ed essa da all’uomo tutto quello che gli serve per comprendere, quindi la sapienza, ed ottenere le grazie. Quindi se c’è fede vera c’è sapienza e ci sono le grazie. Spiega poi che non basta queste cose, ma servono anche altre per completare l’opera, bisogna che questo mantello di protezione che è la fede deve essere immerso come un bagno, intriso di carità, affinché ci si ricordi di chi ci ha creato, di chi ci ha salvato e di chi ci nutre cioè ci da il suo corpo e sangue, ed infine che tu tenga vivo, il ricordo della prima volta di come sei stato/a attratta/o da Cristo. Cioè non dimenticarti del primo incontro, perché è fondamentale, nel quale tu hai aperto gli occhi e hai compreso e visto Cristo.

La collana è la passione

"La collana è la considerazione della sua Passione. Essa sia sempre fissa sul tuo petto. Come fu deriso, flagellato, insanguinato e confitto vivo in croce con tutti i nervi spezzati. Come alla morte, ne tremò tutto il corpo per l'acutissimo dolore. Come nelle mani del Padre raccomandava lo spirito. Questa collana sia sempre sul tuo petto"

Una collana è costituita da un insieme di perle e qui richiama al vangelo ancora, e fa capire che ogni perla è stato un momento della Sua passione, quindi portare figurativamente una collana sull’anima indica portare i segni della passione di Cristo in se da vivere interiormente, cioè interiorizzare in noi la sua passione, soffrendola, sia nella derisione, nelle umiliazioni e nel martirio. E poi infine rimettere il proprio spirito nelle mani del Padre come Gesù stesso fece.



  La corona simbolo della castità


"La corona sul tuo capo significa la castità negli affetti, in modo tale da voler essere piuttosto percossa che macchiata. Sii dunque costumata e casta. Non pensare, non desiderar altro che il tuo Dio, avuto il quale tutto avrai. E così adornata, aspetterai il tuo Sposo."

La Vergine esprime un concetto di sacrifico, il quale dovrebbe essere applicato a tutti gli sposi di cristo, non solo alle spose, cioè a tutti i suoi consacrati, dice la corona è dolorosa e il dolore che esercita riesce a bloccare le passioni del corpo, quindi pone lo stesso nella castità, fa dimenticare ad esso, i suoi ardori, e dice  di cerca la punizione anziché rimare macchiata.  Quindi dice desidera solo avere Dio in te, e di essere da Lui adornata, cioè riempita di Dio. 


"Parole della Regina del cielo alla carissima figlia, che l'informano come debba amare e lodare il Figlio con la Madre."


Questo testo è per tutti coloro che vogliono essere vergini, e essere sposi e spose di Cristo. Fa anche capire che questo è lo standard come Dio sceglie le sue primizie e cosa deve o dovrebbe fare un anima per meritare la corona della gloria.



Gesù richiama.


il Signore chiede di non occupasi più di chi sappiamo!

Poco fa (28set.2015 ore 23:40) mentre stavo elaborando un immagine, per fare un quadro, il Signore mi ha interrotto, e mi ha detto questo:

Fa attenzione figlio, di non esagerare con i tuoi attacchi verso chi sai, perchè questo  modo di porti non solo ti renderà inviso a tanti che sono dalla loro parte e gran parte del mondo lo è già, però attento che anche se tu difendi Me, per far capire al mondo loro errori, per giusta correzzione, poi in realtà tu senza accorgetene gli dai risalto, gli esalti maggiormente ed essi si gloriano, perchè sfruttano anche chi si oppone per apparire come martiri, perseguitati. 

Sa che irrita molti del mio popolo, per cui spinge affinche si creino separazioni, confusioni; in pratica lo rendi maggiormente visibile. 

Tu ed altri nel tentativo di far comprendere la verità, attraete su di voi il popolo che invece di comprendere le vostre parole si contrappone a voi, vedentovi come indivui dannosi da eliminare, perchè vede in costui il loro liberatore,  lo mettete in primo piano, gli date luce, anche se voi parlate con con giusta causa.

Per cui figlio ascoltami, dato che mi preme della tua vita, per Me e Mia Madre molto importante, ti chiedo di lasciarlo/i stare, sono io che al momento opportuno interverrò, per quanto l'uomo tenti di fermare gli eventi, nessuno su questa terra può nulla, ciò che deve venire verrà, come scritto dai miei apostoli e profeti, tutto si deve compiere, solo Io posso porre mano. 

Sono contento che il popolo a Me fedele mi onora difendendomi, ma vi chiedo di pregare per costui, prima che il potere lo porti in altri lidi, gli uomini lo onorificano, lo adulano, e lo fanno sentire potente, affinche esso non pensi più a Me. 

Il mondo è sempre più vuoto, pochi sono i veggenti veri, che io ho voluto. 
Vivete e respirate un aria malsana, le tenebre vengono da voi, medinate voi; ognuno preghi per le proprie colpe, mi chieda perdono per le menzogne e i gravi insulti che andate dicendo e spargendo, perchè molti falsi veggenti e taluni anche veri hanno scritto troppo, da mano loro.

Vi chiedo di pregare per i tanti consacrati che si sono posti in contrapposizione a Me, che mi offendono in ogni dove, perchè il mondo sta vivendo le tenebre; non mi chiedete di tornare prima del tempo prefissato, anche se quanto state vivendo è terribile, ma quel che deve venire è ancor peggio. Preparatevi in spirito, digiunate, fate penitenza e confessatevi spesso, tenete le vostre anime pulite dal peccato, soffermatevi a leggere la scrittura quando avete tempo. Io e le mia Madre custudiremo le famiglie e le comunità a Me fedeli. Ma tutto deve compiersi, affinche le anime possano gioire della Gloria del Padre Mio. 

Vi benedico assieme al Padre Celeste.



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