venerdì 23 giugno 2017

IMMACOLATO, IMMORTALE, ETERNO, MORTE E VITA


Quale correlazione c'è ?




Chi è immacolato può morire?


Immacolato/a deriva dalla parola puro, candido, bianco, incontaminato e anche perfetto, ma il suo senso si usa principalmente per indicare chi è senza macchia, riferito principalmente a chi è senza peccato. Nella religione il più alto esempio di tale espressione è la S.S.ma Vergine Maria, che è definita Immacolata perché senza macchia di peccato, per cui pura e santa.


L'essere senza peccato cosa comporta?
Che tecnicamente l'essere umano non ha in se il peccato, intenso non solo quelli generici, ma sopratutto quello definito originale. Quindi un soggetto che manca del peccato originale è detto immacolato, puro, casto, intoccabile dal peccato stesso.


Ora cosa è il peccato?
È un atto che determina un azione malevola, atta a danneggiare o se stessi o altri soggetti. Per cui l'azione del peccato rimane nel soggetto che l'ha promosso, e contamina questo soggetto, almeno dal punto di vista spirituale, e il peccato chi lo crea e chi lo gestisce? Sotto l'ottica spirituale esso è di appannaggio di entità chiamata maligno, che ne è il gestore principale, cioè colui non che genera il peccato, ma che lo conduce ed infatti lo definiamo anche tentatore, cioè spinge l'essere umano a peccare, cioè a far un azione contraria al bene comune o proprio.


Può il peccato comportare un deperimento a livello fisico?
Si. L'azione del peccare, cioè del lasciarci tentare dal maligno o da una volontà propria di far del male, parte prima di tutto nella psiche dove si genera il peccato, cioè nel pensiero che non è altro che un desiderio di male, rivolto sopratutto verso gli altri, qui si genera la volontà del peccare, e il peccato viene poi promosso ed attuato sia mediante la parola, che mediante le azioni.
Ma il peccato in se stesso, dopo che è stato compiuto cosa lascia in noi?
Abbiamo almeno due stadi, il primo il lasciarsi tentare, il secondo l'attuare il peccato, nei quali subiamo dei cambiamenti, anche chimici, in noi stessi, vi è la soppressione di alcune sostanze, e l'attivazione di altre che portano in noi dei cambiamenti biochimici, atti a farci reagire in modo tale da produrre un certo effetto di male, si scatenano in noi aumenti esponenziali di diverse sostanze, tra cui alcuni tipi di ormoni che inducono eccessi e che se il peccato diviene abitudinario, queste sostanze in aumento continuo, possono determinare veri problemi fisici, e creare squilibri nell'organismo, tanto da creare anche malattie inguaribili o vere psicosi. Quindi i possono determinare sia le situazioni di depressione che di aggressività, tutto sta in relazione al genere di peccato che si è meditato compiere. In definitiva, il peccato di per se stesso, genera a lungo andare delle malattie nelle persone che molto peccano. Generalmente le malattie sono correlate al genere di peccato che essa esercita per la maggiore.

Ora se si è senza peccato, significa che il tuo organismo non si ammalerà mai, o per lo meno non di malattie derivanti da peccato.
Può un organismo che non ha peccato, o è privo di questo, ammalarsi? No!




Può un organismo che è immacolato morire?
La risposta che ne viene spontanea potrebbe essere, no, ad un soggetto poco attento.
Però se i progenitori che inizialmente erano senza peccato originale, essi potevano morire? Si.
Per cui cosa comprendiamo con questo?. Che l'essere senza peccato non centra nulla con l'essere immortale, sono due cose diverse.
Lo comprendiamo proprio dai progenitori, il fatto che nell'Eden ci fossero due alberi, uno definito del bene e del male e l'altro delle vita eterna, ci fa capire che essi non erano immortali, ma mortali, perché Dio ha detto “non permettiamo loro di mangiare anche dell'albero della vita eterna perché non diventino immortali,” per cui essi erano mortali, ma inizialmente immacolati. Poi persero la loro caratteristica distintiva e divennero peccatori. Ma rimasero mortali.

Per cui l'atto di essere immacolati non centra con l'essere immortali, sono due cose diverse.
Anche satana e i demoni sono in sostanza immortali, perché esistenti per sempre, ma nel peccato.
Di conseguenza abbiamo che l'immortalità ha due aspetti contrapposti, nell'assenza del peccato, cioè nella presenza di purezza, e nella presenza di peccato.

Quindi immortalità non è sinonimo di purezza, ne di candore. Non centra nulla.

L'azione dell'essere immacolato ha però un suo scopo, quello di permettere allo spirito, cioè l'anima di congiungersi facilmente con lo spirito di Dio, e divenirne parte integrale, cioè un tutt'uno, in senso costante del termine, un essere immacolato fin dalla sua nascita indica che nessun azione maligna può svolgersi in esso, cioè che il maligno come entità non lo può intaccare in nessuno modo, ma esso stesso non è neppure portato ad essere peccatore. Perché l'essere immacolato significa essere santo. Quindi chi giunge ad essere santo o fa atti di santità pur non essendo perfettamente e costantemente tale, significa che entra ed esce da questo stato di immacolatezza. Perché per essere perfettamente immacolati si dovrebbe essere simili a Gesù Cristo e a sua Madre, cosa assai difficile per un essere umano, se non impossibile, per le nostre caratteristiche.

Ora se il corpo di Gesù fosse stato in terra immortale il suo corpo non sarebbe morto in croce, neppure dopo milioni di frustate o percosse, però era immacolato, condizione necessaria per far risorgere il corpo. Perché essendo che il suo corpo era fuso con lo Spirito Santo e la natura stessa del Padre Suo, esso manteneva in se stesso, il potere di rigenerarsi, cioè di riportare in vita il corpo stesso, proprio grazie al fatto che era immacolato, privo di qualsiasi genere di peccato, che potesse anche lontanamente intaccare il corpo. L'incorruttibilità del suo corpo, si manifestò mediante i prodigi che da Vivo faceva e mediante il suo sangue. L'essere immacolati conduce con facilità lo Spirito Santo da un essere ad un altro o mediante le proprie intenzioni per quello che si desidera. Quindi la condizione di essere immacolati è necessaria per compiere i miracoli, verso gli altri.

Oltretutto la sofferenza genera un grado più elevato di purezza, per cui si diventa come super-immacolati, questo fa sì che ogni atto sprigioni una potenza molto maggiore, per cui Gesù è risorto poco dopo esser stato deposto, nella tomba. La sua resurrezione è avvenuta per effetto del suo stesso spirito, che ha rigenerato tutto il corpo, cioè lo ha riportato in vita, ad una condizione di perfezione del corpo totale, ma anche lo ha trasformato incorruttibile ed intoccabile quindi in una parola sola immortale. Come tutti gli esseri immortali possono prendere qualsiasi forma corporea, ma rimanendo immortali. Quando Gesù si mostrerà agli apostoli e loro lo toccano esso è vivo carne e ossa ma al tempo stesso è immortale, e può rendersi invisibile quando vuole.


Cos'è l'immortalità?
E' una condizione tipica degli esseri superiori, non ci appartiene, noi esseri umani non siamo immortali, abbiamo corpi mortali, anche se dal punto di vista spirituale possediamo uno spirito che è immortale.

Il termine immortale, indica un soggetto che non può deperire, che non muta nel tempo, che il tempo non fa mutare il suo essere nel momento che questo è stato determinato, cioè l'essere creato nel tempo dell'immortalità non muta più, rimane quello che è che si è determinato; ma il tempo ha una sua variazione un suo evolversi, almeno nel nostro contiguo temporale, cioè nel nostro spazio tempo, per cui, per essere, un essere immortale esso deve possedere in se stesso, la chiave della non mutazione cioè della non trasformazione, ne dell'invecchiamento, pur rimanendo vivo e vivente. Quindi le sue cellule non si degradano, e il suo tempo non è tempo, perché il tempo per LUI è fermo. Esso nel nostro tempo, deve rimanere tale e quale al tempo in cui si è determinato. Ma certamente il tempo nostro potrebbe agire anche su un essere immortale, perché comunque sia, il nostro tempo determina una mutazione progressiva e una progressione della vita. Per un essere immortale che vive nel nostro tempo, il suo tempo “fisiologico” non scorre come per noi, ma per impedire che anche lo spazio tempo nostro possa anche se pur lentamente mutare la sua fisiologia, si mantiene in una dimensione diversa dalla nostra in uno spazio tempo nel quale il tempo non c'è. Per questo si dice che esso è sempre presente. Perché mentre per noi il tempo muta e si trasforma, per Lui il tempo rimane invariato, e ci osserva in ogni luogo, e da ogni luogo può intervenire.

Quindi noi possiamo divenire immortali solo nello spirito, il nostro corpo non può divenire immortale, per nostra volontà, può invece divenire risorto solo se Dio lo permette, che non si significa immortale, ma semplicemente che verrà riportato in vita, ma questo è un concetto che riguarda la fine dei tempi. Solo Dio può far divenire immortale un essere mortale. Per esempio Enock si sa che divenne immortale quando fu portato via da vivo, l'Immacolata lo stesso, è diventata immortale.


Eterno:
La parola eterno invece indica una condizione di tipo temporale che sta ad indicare, un tempo infinito, nel quale si svolge sia la mortalità degli esseri materiali, che quella degli esseri immortali.
Noi definiamo Eterno Colui che vive ed è vivente cioè Dio, il cui tempo è immutabile.


La morte:
è una condizione che prende solo gli esseri mortali, cioè che vivono nella mutazione dei tempo che è il nostro tempo. Solo le cose, e gli esseri viventi che vivono in esso, si trasformano e come nascono possono morire. Quel che esiste nel nostro spazio-tempo è praticamente tutto deperibili e trasformabile. Non esiste nulla che rimanga tale in eterno, tutto si trasforma, tutto cambia. Gli esseri viventi terrestri hanno un ciclo di vita, più o meno lungo, a seconda della specie, ma solo uno degli esseri viventi sul pianeta terra, possiede un anima immortale e sono gli esseri umani, mentre il corpo dell'uomo deperisce, causa non solo il peccato, ma anche l'evolversi e il mutare del tempo.


La mutazione del tempo può essere considerata un male?
No! E' stata così creata da Dio per consentire agli esseri di poter vivere in questo spazio tempo, e trascorre in modo continuativo la loro vita in esso perché ci sia un evolversi e una evoluzione in esso. Non centra nulla il peccato con l'evolversi del tempo, sono due cose completamente diverse, il male inteso come entità maligna, non pregiudica l'evolversi del tempo, e non agisce su di esso.


Dobbiamo distinguere morte e morte.
Infatti vi è una morte che porta alla morte delle cose, cioè alle cessazione della vita di queste, o meglio dire al loro cambiamento di stato, per esempio una stella si dice che muore quando la sua luce non c'è più e essa esplode o implode, quindi la stella muta si trasforma, ma questo non è un processo di natura maligna, ma semplicemente un processo naturale, che è giunto al suo compimento. Anche l'essere umano e gli animali e le piante seguono l'iter identico, solo che per gli esseri umani esiste una morte detta la morte dell'anima, è questa sulla quale può agire lo spirito del male, satana, ed è chiamata in apocalisse la seconda morte, nella quale l'anima non si può salvare più, cioè è dannata in eterno. Mentre il concetto della prima morte è quello legato alla semplice morte del corpo, dove esso ancora può risorgere, se Cristo lo vuole, mentre le anime interessante dalla seconda morte non risorgono più.


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